La settimana scorsa (anzi ormai sono passati 15 giorni) siamo stati a Trento per raccontare la nostra storia ad un gruppo di coppie che stavano facendo un corso di formazione pre-mandato (che in alcuni casi era anche pre-domanda di adozione) .
E' stata la prima volta che abbiamo affidato le bimbe ai nonni (genitori di Valentina) per un tempo piuttosto lungo (cioe' di circa 5 ore, tra viaggio - incontro - ritorno) .
Le coppie erano spaventate della nostra esperienza.
Devo dire che anche la psicologa (Marina) ha accolto con sorpresa alcuni particolari della nostra storia che non aveva ancora conosciuto.
Ad un certo punto la psicologa ci ha chiesto:
" in che momento avete sentito che Hang ed Hen erano divenute vostre figlie ? "
Noi abbiamo risposto : " non c'e' stato un momento decisivo perche' e' stato un crescere continuo e comunque ancora oggi non sono SOLO nostre figlie nel senso che sanno di avere 2 mamme e 2 papa' (di cui uno cioe' il papa' in Vietnam e' morto) .
Questa cosa lascia piuttosto perplessi gli psicologi che sentono come necessario l'attaccamento univoco dei genitori ai figli (un attaccamento esclusivo che non consente sdoppiamenti di affetti). E' una problematica di cui avevo gia' discusso ancora in Vietnam con alcune coppie che insistevano sul fatto che noi genitori dobbiamo sentirci "il papa' e la mamma *esclusivi* delle bimbe come se i genitori biologici fossero morti. ..... E' interessante notare che anche il papa' biologico, morto nel 2003, nei discorsi di Hang viene citato come se fosse vivo ad esempio "anche mio papa' in Vietnam ha questo oggetto qui (indicando una chiave inglese) ".
Una signora, dopo il racconto della visita alla casa di Plei Kleck, ci ha chiesto: "non avete mai pensato di lasciare loro alcune migliaia di euro, impegnandovi per un sostegno a distanza dall'Italia e tornare in Italia senza adottarle, dirottandovi poi su figli che avevano subito un totale abbandono dei genitori ? "
La mia risposta (che non ho dato subito ma che ho partorito in seguito) e' questa: "No ! perche' quello che abbiamo fatto cioe' una adozione vissuta da noi e dalle bimbe come affido internazionale era esattamente quello che la mamma avrebbe desiderato come "non plus ultra" per le loro bimbe ". La mamma sperava (pero' non ne era certa) che le bimbe avessero mantenuto un legame affettivo con la terra di origine e ancora oggi spera (ma non ne e' certa) che le bimbe raggiunta l'eta' da poter fare le loro scelte tornino a vivere in Vietnam. Su questo non ne siamo certi anche noi dato che le bimbe faranno esattamente quello che loro riterranno la cosa migliore e tra 10 anni sara' difficile capire cosa e' la cosa migliore. Certo e' che le possibilita' che hanno in Italia (come studio, come sviluppo psico-fisico) come possibilita' di conoscenza non sono attualmente paragonabili con le possibilita' attuali che avrebbero avuto in Vietnam quindi in questo momento e' molto meglio che siamo in Italia (anche perche' con le nostre difficolta' comunque garantiamo un affetto esclusivo che ne la mamma ne l'orfanatrofio avrebbero potuto garantire in Vietnam)
sono le 3.15 e ora torno a dormire (dopo aver aggiornato il calendario pianificazione 2008 del Servizio Sistemi Ambientali che devo consegnare al mio dirigente questa mattina)
domenica 2 dicembre 2007
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