Messaggio 47 di 97 Da: Silvia6600 Inviato: 22/03/2007 13.34
Carissimi
seguo anch'io le vicende di Piero e Valentina e devo dire che come tutti sono rimasta molto colpita da questa storia, e ci penso molto. Loro hanno deciso di condividerla con noi, per cui accetteranno i nostri pensieri, e anche le nostre domande.
Questa storia mi ha colpito soprattutto perche' mi ha costretto a ripensare il mio concetto di adozione, alla luce di quel che puo' succedere in un paese povero come il Vietnam.
Ve lo dico sinceramente, io sono rimasta sconvolta dall'apprendere che le due bambine hanno una famiglia, dei fratelli, una madre, e che vengono date in adozione, sradicandole dal loro paese, dalla loro famiglia, dai loro affetti.
Mi chiedo perche' (ci sara' un perche', e magari Piero e Valentina lo sanno) l'associazione AMU non ha proposto per le due ragazzine e per la famiglia un sostegno a distanza che permettesse loro di continuare a studiare, trovare un lavoro, mantenersi con dignita' senza dover essere strappate dai loro affetti e dal loro paese.
Io, nella mia poca esperienza di adozioni, concepivo l'adozione per un bambino, anche grandicello, abbandonato e privato, oltre che materialmente, negli affetti: senza genitori, con genitori che lo hanno abbandonato, con genitori che non possono occuparsi di lui o non ne sono capaci, ma comunque abbandonato. Hang e Hen non sono abbandonate, hanno una madre e dei fratelli: una madre che ha deciso di lasciarle in adozione per impossibilita' di mantenerle. Ma allora le due bambine (e tutta la famiglia) non poteva essere aiutata con un sostegno a distanza? Con un affido?
Mi sono chiesta: se capitasse a me....a noi, cosa faremmo? e poi: che differenza fa tra questo gesto della madre biologica di Hang e Hen e il gesto della madre che, ad esempio, partorisce anonimamente in ospedale perche' non puo' mantenere il proprio bambino? Entrambi sono gesti di amore grandissimi, perche' comportano una rinuncia grande - grandissima - io piuttosto che perdere mia figlia mi farei tagliare le braccia - per il bene del bambino.
Pero' Hang e Hen sono grandi e hanno affetti, conoscenze, interessi, insomma una vita dalla quale ora vengono strappate.
Sicuramente Piero e Valentina si sono chiesti questa cosa, e si saranno dati delle risposte. Piero stesso parla del dono della madre, e della difficolta' a portarle via in quella situazione. Io risposte non ne ho trovate, ma per l'appunto mi chiedo: perche'? non c'erano altre soluzioni per le due bambine? Un affido? un'adozione a distanza? Hang e Hen potrebbero chiedere a Piero e Valentina tra qualche anno perche' lo hanno fatto. Potrebbero chiedergli "perche' non avete aiutato mia madre invece di portarci via?" Altri genitori adottivi mi han detto che questa e' una domanda tipica che i figli fanno ai genitori adottivi quando da grandicelli discutono con i genitori sulla loro storia.
Aiutatemi a capire, perche' ho perso la bussola....discutendone con mio marito, abbiamo detto che se capitasse a noi un abbinamento cosi' rinunceremmo all'adozione e ci proporremmo per un affido, per sostenere a distanza fino alla maggore eta', o oltre, il bambino che ci han proposto, andandolo a trovare, conoscendo la famiglia, mantenendo dei legami con loro, portandolo anche a studiare da noi, ma non strappandolo dalla propria terra e dalla propria famiglia per un problema di poverta'.
Ma non sono sicura, perche' questa posizione tiene conto del nostro concetto di adozione, e non di quello degli altri, dei popoli poveri, di chi si trova nelle condizioni della madre di Hang e Hen.....cosa che sicuramente l'Ente, l'AMU, avra' valutato se si e' adoperata per l'abbinamento e non per un'altra forma di sostegno per le due bambine.....
ditemi che ne pensate....
Silvia
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Messaggio 48 di 97 Da: crissi Inviato: 22/03/2007 17.24
seguo anch'io le vicende di Piero e Valentina e devo dire che come tutti sono rimasta molto colpita da questa storia, e ci penso molto. Loro hanno deciso di condividerla con noi, per cui accetteranno i nostri pensieri, e anche le nostre domande.
Questa storia mi ha colpito soprattutto perche' mi ha costretto a ripensare il mio concetto di adozione, alla luce di quel che puo' succedere in un paese povero come il Vietnam.
Ve lo dico sinceramente, io sono rimasta sconvolta dall'apprendere che le due bambine hanno una famiglia, dei fratelli, una madre, e che vengono date in adozione, sradicandole dal loro paese, dalla loro famiglia, dai loro affetti.
Mi chiedo perche' (ci sara' un perche', e magari Piero e Valentina lo sanno) l'associazione AMU non ha proposto per le due ragazzine e per la famiglia un sostegno a distanza che permettesse loro di continuare a studiare, trovare un lavoro, mantenersi con dignita' senza dover essere strappate dai loro affetti e dal loro paese.
Io, nella mia poca esperienza di adozioni, concepivo l'adozione per un bambino, anche grandicello, abbandonato e privato, oltre che materialmente, negli affetti: senza genitori, con genitori che lo hanno abbandonato, con genitori che non possono occuparsi di lui o non ne sono capaci, ma comunque abbandonato. Hang e Hen non sono abbandonate, hanno una madre e dei fratelli: una madre che ha deciso di lasciarle in adozione per impossibilita' di mantenerle. Ma allora le due bambine (e tutta la famiglia) non poteva essere aiutata con un sostegno a distanza? Con un affido?
Mi sono chiesta: se capitasse a me....a noi, cosa faremmo? e poi: che differenza fa tra questo gesto della madre biologica di Hang e Hen e il gesto della madre che, ad esempio, partorisce anonimamente in ospedale perche' non puo' mantenere il proprio bambino? Entrambi sono gesti di amore grandissimi, perche' comportano una rinuncia grande - grandissima - io piuttosto che perdere mia figlia mi farei tagliare le braccia - per il bene del bambino.
Pero' Hang e Hen sono grandi e hanno affetti, conoscenze, interessi, insomma una vita dalla quale ora vengono strappate.
Sicuramente Piero e Valentina si sono chiesti questa cosa, e si saranno dati delle risposte. Piero stesso parla del dono della madre, e della difficolta' a portarle via in quella situazione. Io risposte non ne ho trovate, ma per l'appunto mi chiedo: perche'? non c'erano altre soluzioni per le due bambine? Un affido? un'adozione a distanza? Hang e Hen potrebbero chiedere a Piero e Valentina tra qualche anno perche' lo hanno fatto. Potrebbero chiedergli "perche' non avete aiutato mia madre invece di portarci via?" Altri genitori adottivi mi han detto che questa e' una domanda tipica che i figli fanno ai genitori adottivi quando da grandicelli discutono con i genitori sulla loro storia.
Aiutatemi a capire, perche' ho perso la bussola....discutendone con mio marito, abbiamo detto che se capitasse a noi un abbinamento cosi' rinunceremmo all'adozione e ci proporremmo per un affido, per sostenere a distanza fino alla maggore eta', o oltre, il bambino che ci han proposto, andandolo a trovare, conoscendo la famiglia, mantenendo dei legami con loro, portandolo anche a studiare da noi, ma non strappandolo dalla propria terra e dalla propria famiglia per un problema di poverta'.
Ma non sono sicura, perche' questa posizione tiene conto del nostro concetto di adozione, e non di quello degli altri, dei popoli poveri, di chi si trova nelle condizioni della madre di Hang e Hen.....cosa che sicuramente l'Ente, l'AMU, avra' valutato se si e' adoperata per l'abbinamento e non per un'altra forma di sostegno per le due bambine.....
ditemi che ne pensate....
Silvia
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Messaggio 48 di 97 Da: crissi Inviato: 22/03/2007 17.24
Silmia,
mi permetto di risponderti io.
Non capisco innanzitutto perchè tanto sottolineare il nome dell'ente.
Sono sempre stata la prima a criticare l'operato di AMU quando ce ne è stato il bisogno, ma ritengo che AMU non faccia niente di più o di peggio di quello che tutti e dico tutti glia ltri enti fanno.
Se le bambine sono in istituto e si è deciso di procedere all'adozione vuol dire che non c0erano gli elementi per fare un sostegno a distanza, magari le bimbe erano già adottabile e la madre aveva già firmato da tempo per l'adozione.
Noi continuaiamo a pensare all'adozione come se avvenisse nel nostro paese, non ci rendiamo conto delle situazioni deglia ltri pesi e sopratutto della mentalità differente.
Non tutti i bimbi che vengono adottati sono abbandonati alla nascita, molto spesso hanno delle famiglie alle spalle e questo anche in Italia.
Quello che scrivi pare un'accusa ad AMU per non aver operato in maniera corretta, per aver strappato due bimbe alla loro famiglia.
Come avevo già scritto, spesso i bimbi in Istituto in Vietnam hanno delle famiglie più o meno presenti, spesso la madre o alcuni mentri della famiglia sono presenti alla cerimonia e non solo con AMU ma nache con enti più grossi e più famosi.
Conosco varie famiglie che hanno adottato a Kom Tum e tutte hanno incontrato i membri delle famiglie natali dei loro figli.
Conosco anche coppie che hannoa dottato con altri enti e anche loro hanno incontrato le famiglie.
mi permetto di risponderti io.
Non capisco innanzitutto perchè tanto sottolineare il nome dell'ente.
Sono sempre stata la prima a criticare l'operato di AMU quando ce ne è stato il bisogno, ma ritengo che AMU non faccia niente di più o di peggio di quello che tutti e dico tutti glia ltri enti fanno.
Se le bambine sono in istituto e si è deciso di procedere all'adozione vuol dire che non c0erano gli elementi per fare un sostegno a distanza, magari le bimbe erano già adottabile e la madre aveva già firmato da tempo per l'adozione.
Noi continuaiamo a pensare all'adozione come se avvenisse nel nostro paese, non ci rendiamo conto delle situazioni deglia ltri pesi e sopratutto della mentalità differente.
Non tutti i bimbi che vengono adottati sono abbandonati alla nascita, molto spesso hanno delle famiglie alle spalle e questo anche in Italia.
Quello che scrivi pare un'accusa ad AMU per non aver operato in maniera corretta, per aver strappato due bimbe alla loro famiglia.
Come avevo già scritto, spesso i bimbi in Istituto in Vietnam hanno delle famiglie più o meno presenti, spesso la madre o alcuni mentri della famiglia sono presenti alla cerimonia e non solo con AMU ma nache con enti più grossi e più famosi.
Conosco varie famiglie che hanno adottato a Kom Tum e tutte hanno incontrato i membri delle famiglie natali dei loro figli.
Conosco anche coppie che hannoa dottato con altri enti e anche loro hanno incontrato le famiglie.
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Messaggio 49 di 97 Da: SoniaPaolo Inviato: 22/03/2007 17.38
Messaggio 49 di 97 Da: SoniaPaolo Inviato: 22/03/2007 17.38
Cara Silvia, purtroppo non ho molto tempo per risponderti ...
ma ci tenevo a dirti che non è una decisione di AMU e nemmeno solo per chi adotta a Kon tum, ma che la possibilità di incontrare i genitori biologici o parenti vari è una probabilità di ogni adozione in Vietnam. E’ una legge valida in tutto il Vietnam !!!
E’ vero che statisticamente per chi adotta in grandi città come HCMC questa possibilità è molto remota se non praticamente nulla. E non chiedetemi perchè ... non ne ho idea !
Noi abbiamo adottato in Vietnam, con la paura di fare anche noi questi incontri, per fortuna non è andata così .... anche se l'ente ci aveva preparati, cercando anche di spiegarci i motivi ... e' una cultura molto diversa dalla nostra... per certi versi affascinante e per altri terribile. Ma bisogna viverci per capirla ...
Io cmq rimango dell'idea che è un popolo meraviglioso!
Un abbraccio
Sonia
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Messaggio 50 di 97 Da: rox640 Inviato: 23/03/2007 8.47
Messaggio 50 di 97 Da: rox640 Inviato: 23/03/2007 8.47
Provo anche io a rispondere a Silvia.Noi abbiamo adottato nostro figlio (all'epoca 15 mesi) con altro ente (Naaa) in una provincia del nord (Phu Tho). Sapevamo che, per come viene concepita l'adozione in Vietnam, avremmo potuto incontrare dei parenti del bambino durante la cerimonia. Nel nostro caso si tratta di bambino partorito in ospedale, riconosciuto dalla mamma che ha chiesto subito che fosse accolto in una struttura per bambini orfani e abbandonati, non avendo lei le possibilità di occuparsene. Nostro figlio è rimasto dalla nascita fino al compimento del 15 mese di vita in quella struttura, fino a quando è stato adottato da me e mio marito.Noi e le altre due coppie che erano con noi ci siamo presentate alla cerimonia senza sapere chi avremmo trovato ma coscienti del fatto che qualche parente avrebbe potuto esserci. Non avevamo certezze ne' in un senso ne' nell'altro non avendo avuto la possibilità di sapere da altre famiglie quale fosse la prassi in quella provincia. Noi non abbiamo incontrato nessuno.Ho amici che hanno adottato con il mio stesso ente in altre provincie del Nord (ad esempio Lang Son) che hanno trovato la mamma, la nonna e altri parenti del bimbo che stavano per adottare, anche con adozioni di bambini molto piccoli.Questo per dire che l'adozione di un bambino in Vietnam, che si perfeziona con una cerimonia che non a caso si chiama del dare e del ricevere, contempla l'eventualità che i parenti del bambino siano presenti (se esistono, se sono rintracciabili in quel momento e se hanno piacere di presenziare).Poi la differenza la fanno le diverse provincie che hanno evidentemente prassi e metodologie differenti l'una dall'altra. Credo che in questo caso gli enti italiani che si occupano di adozione non facciano nessuna differenza, dovendo adeguarsi a quello che è il modo di concepire l'adozione in quel paese.Giustamente qualcuno prima di me (credo Crissi) ha scritto che "noi continuiamo a pensare all'adozione come se avvenisse nel nostro paese, non ci rendiamo conto delle situazioni degli altri paesi e soprattutto della mentalità differente". Sottoscrivo in pieno e aggiungo che quando si sa in quale paese straniero si andrà ad incontrare il proprio figlio è cosa buonissima e giustissima cercare di conoscere gli usi, i costumi e la cultura di quel popolo prima di partire. Si coglieranno tante sfumature, si capiranno tante cose e non se ne fraintenderanno altre e soprattutto, una volta rientrati a casa, si avrà una gran voglia di partire di nuovo.Ciao AngelaPS Buona continuazione a Piero e Valentina, che io non ho conosciuto di persona ma alcuni miei amici si e che credo abbiano avuto un grande pregio: quello di affrontare questa avventura adottiva con la giusta umiltà, preparandosi ad ogni eventualità e riuscendo a vivere l'incontro con le proprie figlie in modo unico. L'adozione di bambini non più piccolissimi non è una passeggiata ed è importantissimo che i futuri genitori arrivino preparati all'incontro, come Piero e Valentina hanno sicuramente fatto. Mi permetto di aggiungere che probabilmente anche le bambine erano sufficientemente preparate ad incontrare la loro futura famiglia e questo purtroppo non sempre capita.
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Messaggio 51 di 97 Da: lilly011 Inviato: 23/03/2007 8.52
Forse il mio messaggio di ieri non è arrivato, se mi "sovrascrivo" chiedo scusa. Ribadisco che mi associo completamente a quanto scritto da Silvia, non avrei saputo spiegare meglio le mie stesse perplessità e la mia confusione. Io non ho assolutamente letto nel messaggio di Silvia una critica verso l'ente, in alcun modo, da parte mia non è certo questo il punto. Mi meraviglio che, soprattutto in questo forum, si tenti sempre e comunque di trovare la maniera di sollevare polemiche, spesso inesistenti, come in questo caso, sull'operato di questo o quell'ente. Ora capisco perché questa gestione "blindata" del forum, più unica che rara..... Personalmente chiedo soprattutto a Piero e Valentina, che da quanto scrivono sono due persone splendide, se possano aiutarci a capire, quando e se potranno farlo perché penso abbiano moltissime cose a cui pensare.
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Messaggio 52 di 97 Da: Nicolettagan Inviato: 23/03/2007 9.21
Salve a tutti.
E' vero che adottando in Vietnam si rischia di incontrare i genitori biologici od i parenti dei bambini. Per esempio quando eravamo via noi tutte le coppie che hanno adottato al nord a Lang Son (che era anche la provincia nella quale io avevo un abbinamento precedente) hanno incontrato genitori e/o parenti. Non so se dipenda dalla provincia o meno, comunque è così, questa possibilità c'è. C'è chi ritiene di essere stato fortunato a non incontrarli, noi invece che abbiamo alla fine concluso sulla provincia di Bac Kan (nord), non abbiamo incontrato familiari e ci riteniamo sfortunati a non aver avuto questa possibilità.
Sono sicura che per le due bimbe si sia proceduto a trovare loro la soluzione migliore (non credo che rimanendo a Kom Tum in istituto sino alla maggiore età - così diceva Piero - queste bimbe avessero avuto le possibilità di studiare come hanno qui in Italia). Poi quando hanno la maggiore età? Nessuno ci garantisce, nemmeno per i figli biologici, che rimangano con noi e si occupino in futuro di noi quando ne avremo la necessità, è giusto che i nostri figli facciano la loro strada (è ovvio che come genitore li aiuterò e li consiglierò finchè potrò), ma lla fine io sarei solo contenta che non si scordassero di me.
Comunque conosciamo famiglie che hanno adottato sia in europa dell'est che in sud america che conoscono familiari dei loro figli adottivi e continuano ad avere rapporti (lettere, telefonate, scambio di foto od addirittura visite saltuarie) con loro senza nessun tipo di problemi, perchè c'è rispetto reciproco e nessuno aprofitta dell'altro. La figura dei genitori biologici (sia che si siano conosciuti o meno), sarà sempre presente nei pensieri dei nostri figli adottivi e fra noi e i nostri figli adottivi, per cui, io credo sia meglio per tutti vivere bene il rapporto con queste figure.
In fondo, pensiamoci bene, quanti bambini solo qui in Italia per effetto delle separazioni dei propri genitori biologici si ritrovano ad avere più di una mamma e più di un papà e qualcuno addirittura vive in una famiglia dove non ha legami biologici? Tantissimi!
Saluti.
Nicoletta
Salve a tutti.
E' vero che adottando in Vietnam si rischia di incontrare i genitori biologici od i parenti dei bambini. Per esempio quando eravamo via noi tutte le coppie che hanno adottato al nord a Lang Son (che era anche la provincia nella quale io avevo un abbinamento precedente) hanno incontrato genitori e/o parenti. Non so se dipenda dalla provincia o meno, comunque è così, questa possibilità c'è. C'è chi ritiene di essere stato fortunato a non incontrarli, noi invece che abbiamo alla fine concluso sulla provincia di Bac Kan (nord), non abbiamo incontrato familiari e ci riteniamo sfortunati a non aver avuto questa possibilità.
Sono sicura che per le due bimbe si sia proceduto a trovare loro la soluzione migliore (non credo che rimanendo a Kom Tum in istituto sino alla maggiore età - così diceva Piero - queste bimbe avessero avuto le possibilità di studiare come hanno qui in Italia). Poi quando hanno la maggiore età? Nessuno ci garantisce, nemmeno per i figli biologici, che rimangano con noi e si occupino in futuro di noi quando ne avremo la necessità, è giusto che i nostri figli facciano la loro strada (è ovvio che come genitore li aiuterò e li consiglierò finchè potrò), ma lla fine io sarei solo contenta che non si scordassero di me.
Comunque conosciamo famiglie che hanno adottato sia in europa dell'est che in sud america che conoscono familiari dei loro figli adottivi e continuano ad avere rapporti (lettere, telefonate, scambio di foto od addirittura visite saltuarie) con loro senza nessun tipo di problemi, perchè c'è rispetto reciproco e nessuno aprofitta dell'altro. La figura dei genitori biologici (sia che si siano conosciuti o meno), sarà sempre presente nei pensieri dei nostri figli adottivi e fra noi e i nostri figli adottivi, per cui, io credo sia meglio per tutti vivere bene il rapporto con queste figure.
In fondo, pensiamoci bene, quanti bambini solo qui in Italia per effetto delle separazioni dei propri genitori biologici si ritrovano ad avere più di una mamma e più di un papà e qualcuno addirittura vive in una famiglia dove non ha legami biologici? Tantissimi!
Saluti.
Nicoletta
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